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Sinn Jailbait Cover
Artist: Sinn
Location: U.S.A.
Line-up:

Tommy Krash (vocals, guitar, bass, drums), Mick Spacy (guitar, background vocals), Matthew Scott (drums, guitar, background vocals)

Album: Jailbait
Label & Pubblication Year: Perris Records, 2003
Tracklist: Girl / Stepsister / Look What The Cat Dragged In / Freak / Find A Way / Science Girl / Too Late / Outlaw / Shame / She Wants Love / 16 Sexy Sweet / Almost 16
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Tommy Krash chitarrista degli American Sugar Bitch, se ne esce dopo lo "Sleeze Demo #1"('01) e l'apparizione su "Hollywood Airspray II", con il debut album del suo side project Sinn, titolato "Jailbait". Ora l'ambiente sul quale la band si muove è talmente 80's sleaze glam style da rendere quasi commovente questa loro sortita. Certo in questo genere non c'è nulla da inventare, ma riprendere in toto, tutti gli elementi che andavano 20 anni fa, senza un briciolo di revisionismo, mi sembra veramente un'impresa che lascia il tempo che trova, soprattutto se vi si aggiunge una produzione "scalcinata" che porta direttamente nella tomba le caratteristiche vincenti di questo stile. I termini di paragone sono, nemmeno a dirlo, i primi Motley Crue, Faster Pussycat e Poison, dai quali viene anche ripresa "Look What The Cat Dragged In", con dei risultati che definirei tutt'altro che esaltanti. Già si parte maluccio con "Girl", che fa tanta caciarra per niente mentre "Stepsister" è già più convincente, ma nulla per il quale urlare al grande colpo. In definitiva ci si ritrova a tentare di salvare il salvabile; perchè qualche composizione degna esiste, ed allora è pur giusto darne atto ai Sinn. Così dal coro stonato, estrarrei la iper catchy "Freak" che si distende su una buona dose di melodia, il lento "Find A Way" che ricorda i Pretty Boy Floyd o gli Shameless più dolci, l'energica e cattivella "Outlaw", il tormentone di "Too Late" che mistura un affilato chitarrismo con un refrain cadenzato, ed infine la divertente "Almost 16". Però le ombre sono davvero tante e questa manciata di songs possono salvare "Jailbait" solo all'orecchio dei mega fans del genere. Certe volte il monicker di una band diventa quasi profetico: il "peccato" a volte si paga veramente caro, attenzione a non scherzare con il destino; è quasi sempre una gran fregatura!

Recensione realizzata da Bruno Rossi

Vote: 6